Siamo un gruppo di amici a cui piace stare insieme, bere buon vino, visitare territori e conoscere persone. Abbiamo scoperto che la bicicletta è uno stupendo modo per miscelare tutti questi elementi con l’aggiunta di un po’ di fatica e sano sport all’aria aperta. Un viaggio lento, a volte faticoso che ti permette di attraversare e godere di queste magnifiche aree, di arrivare alla cantina del produttore che ti accoglie con un sorriso e un bel bicchiere di vino e grissini e noccioline e salame e formaggio.
Preferiamo visitare aziende di piccole dimensioni perchè ci piace conoscere persone che trasmettono la passione per il loro lavoro e l’orgoglio per il loro vino.
BARBACARLO
La cantina che vorrei prendere ad esempio è quella di Barbacarlo di Lino Maga; un prodotto di eccellenza creato da una persona appassionata e determinata che ha combattuto tutta la vita per ottenere i giusti riconoscimenti per il suo lavoro. Quando andammo a conoscerlo era già un personaggio famoso, il suo vino e la sua doc erano presenti su tutte le più rinomate guide di vini, grande amico di Brera e Veronelli. Beh ricordo che lo disturbammo durante la vendemmia e lui che ai tempi aveva 84 anni venne ad accoglierci in cantina sgommando con il suo pandino 4×4, scese, si accese una sigaretta, si versò un bicchiere di Barbacarlo quindi si presentò. Dopo averci fatto accomodare si sedette con noi ed ci raccontò la sua vita e il suo lavoro, le battaglie di quando ha iniziato a produrre vino da invecchiamento in Oltrepo Pavese e le battaglie burocratiche per ottenere la doc. Non ha mai avuto un sito decente, non amava il marketing, la sala dove ci ha accolto era piccola, polverosa e stracolma di scatole, attrezzi e bottiglie. Bottiglie sulle pareti, sui tavoli, appoggiate per terra, ancora nelle scatole, bottiglie di vino di ogni tipo e marca, alcune famosissime. Era una persona umile che amava lavorare in vigna all’aria aperta e bere il suo vino, sua è la famosa frase che ci rimase impressa in testa e nei cuori: “il vino non è una bevanda ma un alimento”. Mi piace ricordarlo soprattutto ora che ci ha lasciato.
LA PRIMA VOLTA
A dire la verità i primi 3 anni abbiamo viaggiato in camper in Germania per bere birra all’Oktober Fest, prima a Monaco e poi per 2 volte a Stoccarda. Ci siamo divertiti, ma non eravamo soddisfatti. Forse perchè stavamo invecchiando, ma non ci bastava sederci a bere birra, mangiare pollo e ballare sui tavoli in un tendone. Nel frattempo nel gruppo stavano nascendo nuove passioni, chi iniziava ad andare in bicicletta e chi provava a bere vino. Da qui l’idea fulminante: facciamo un weekend e andiamo a bere il vino in bicicletta direttamente nelle cantine.
2011. Il primo anno siamo partiti forte, carichissimi: destinazione Barolo. Se dobbiamo farlo, facciamolo bene e abbiamo scelto il vino migliore d’Italia nella bellissima zona delle langhe piemontesi. Giovannino il nostro organizzatore contatta le cantine prenota le degustazioni e gli alberghi per le 2 notti. Eravamo in 6, totalmente inesperti e completamente impreparati. Voglio dire che non sapevamo nulla né di vino né di cicloturismo. Ignoranti al livello di pensare che il vino rosso sia fatto con uva rossa e il bianco con uva bianca. Non avevamo attrezzatura tecnica né ricambi, solo uno zaino in spalla. Partenza venerdì mattina all’alba con un furgone su cui abbiamo caricato le bici e e una macchina con le valigie. Parcheggiato il furgone, il leader imposta il percorso su maps o waiz per la prima cantina e si parte. Una lunga discesa, risate e cori, fino all’urlo di Gio: a destraaaaaa. Chiaramente troppo tardi e troppo alta la nostra velocità. La nostra avventura inizia con un’inversione di marcia. E dopo aver girato ecco che appare una salita lunga 400 o 500 metri con una pendenza terrificante, per vedere la cima bisognava alzare completamente il viso come quando sei seduto in prima fila al cinema e cerchi di vedere la parte alta dello schermo. Una roba che sarà stata al 15%. In bici non si sale. Scesi abbiamo spinto a piedi per l’intera salita sfogando la rabbia e la fatica con insulti al nostro condottiero. Sulla cima dopo avere rifiatato ci aspettava Cavallotto: la nostra prima cantina. E’ qui che abbiamo capito di avere fatto la scelta giusta. Un personaggio incredibile, un vero signore delle langhe, un nobile. Ricco e raffinato, ha accolto noi, scappati di casa, sudati e in pessime condizioni, nella sua tenuta come fossimo suoi pari. Ci ha parlato del suo terroir, del vigneron, dei profumi e dei gusti del suo vino. Ha aperto 5 bottiglie in ordine di qualità, ma lui ha bevuto solo dall’ultima, un Barolo riserva da 60 euro a boccia. Per chi non fosse conte o duca il terroir è il territorio inteso come terreno dove si coltiva e le sostanze che lo compongono e distinguono mentre il vigneron è il vignaiolo ovvero colui che cresce le viti e che insieme all’enologo è il vero creatore del vino. Comprammo 2 o 3 bottiglie di nebbiolo, non Barolo, e lui da signore non ci chiese nemmeno di pagare la degustazione, anzi ci salutò come se ci conoscessimo da vita. Che incredibile inizio!
LA CONTINUAZIONE
Semplicemente ammaliati dalla nostra intensa e spettacolare prima avventura abbiamo deciso di replicarla ancora e ancora. Ogni anno a settembre e siamo ancora qui. Anzi ci siamo ingranditi, abbiamo coinvolte altre persone e abbiamo iniziato ad organizzare altri eventi